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Introduzione
Dicladispa testacea (Linnaeus, 1767) è un piccolo coleottero appartenente alla famiglia Chrysomelidae, sottofamiglia Hispinae. Nonostante le sue dimensioni ridotte (circa 2-3 mm), può arrecare danni significativi alle piante erbacee e ad alcune colture, soprattutto per il tipo di alimentazione fogliare che lascia evidenti segni di scheletrizzazione.
Negli ultimi anni, l’attenzione verso questa specie è aumentata in tutta Europa, dove viene segnalata in habitat naturali, margini di campo, prati, aree agricole e persino in ambienti urbani.
Morfologia
- Adulto: lungo circa 2,5–3 mm, corpo appiattito e allungato, color bruno-rossastro uniforme (da cui il nome testacea). È ricoperto da piccoli peli e le elitre mostrano striature longitudinali.
- Larva: appiattita, di colore giallastro, vive all’interno delle foglie scavando mine.
- Uovo: deposto singolarmente sulla pagina superiore della foglia.
Ciclo biologico
Il ciclo vitale di Dicladispa testacea è strettamente legato alla stagione calda:
- Uova deposte in primavera-estate, sulla superficie delle foglie.
- Larve minatrici, si nutrono del mesofillo fogliare.
- Pupazione interna alla foglia o nel suolo.
- Adulto attivo da maggio a settembre.
In Italia si osservano generalmente una o due generazioni l’anno, a seconda del clima.
Piante ospiti
Dicladispa testacea è polifaga, ma mostra una chiara preferenza per le graminacee e alcune specie spontanee e coltivate, tra cui:
- Orzo, avena e grano
- Canne (Arundo donax)
- Piante erbacee dei margini stradali
- Bambù (in casi isolati)
- Miscugli per inerbimento
Spesso colonizza anche aree di prato non gestito o siepi ai margini di coltivazioni cerealicole.
Sintomi e danni
I danni sono principalmente causati sia dalla larva, che mina le foglie, sia dall’adulto, che raschia la superficie fogliare:
- Scheletrizzazione delle foglie
- Chiazze clorotiche che evolvono in necrosi
- Riduzione della fotosintesi
- Estetica degradata nelle piante ornamentali
- Rischio di perdita fogliare prematura in attacchi intensi
Diffusione
Attualmente è segnalato in gran parte dell’Europa centro-meridionale, inclusa l’Italia (soprattutto nord e centro), Francia, Spagna, Grecia e nei Balcani. Presente anche in Nord Africa e in Asia occidentale.
È una specie che si adatta bene ai climi caldi e secchi, ma sopravvive anche in aree collinari e prealpine.
Monitoraggio
Per il monitoraggio si consiglia:
- Ispezioni visive delle foglie, cercando segni di raschiamento o mine.
- Campionamento fogliare casuale in aree sensibili (giardini, margini agricoli).
- Trappole adesive non efficaci: è un coleottero poco mobile in volo.
Controllo e gestione
Difesa agronomica
- Sfalci regolari delle aree erbose infestabili.
- Rimozione manuale delle foglie danneggiate.
- Rotazioni colturali nei campi sperimentali.
- Evitare l’uso eccessivo di azoto, che favorisce l’insediamento.
Difesa biologica
- Studi recenti indicano che alcuni imenotteri parassitoidi (ad es. Tetrastichus spp.) attaccano le larve all’interno delle foglie.
- Anche alcune formiche e ragni predano gli adulti.
Difesa chimica
- In contesti agricoli, raramente giustificata.
- In caso di forti infestazioni ornamentali: piretro naturale o olio di neem localizzato.
- Attenzione a non colpire impollinatori presenti in fioritura.
Importanza ecologica
Sebbene possa arrecare danni, Dicladispa testacea ha anche un ruolo ecologico:
- Contribuisce alla biodiversità degli insetti fogliatori.
- È indicatore di habitat erbacei stabili.
- Serve da alimento per numerosi predatori generalisti.
Pertanto, un approccio eccessivamente aggressivo potrebbe danneggiare l’equilibrio naturale.
Conclusioni
Dicladispa testacea è un piccolo coleottero che raramente causa danni gravi, ma che può diventare problematico in aree marginali poco gestite o in condizioni favorevoli. Un monitoraggio regolare, interventi agronomici mirati e la valorizzazione del controllo biologico sono le chiavi per una gestione sostenibile.
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