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🪲 Dicladispa testacea: Il piccolo coleottero scheletrizzatore delle foglie

🇦🇹🇬🇧🇦🇹🇬🇧🇦🇹🇬🇧🇦🇹🇬🇧🇦🇹🇬🇧🇦🇹 Introduzione Dicladispa testacea (Linnaeus, 1767) è un piccolo coleottero appartenente alla famiglia Chrysomelidae, sottofamiglia Hispinae. Nonostante le sue dimensioni ridotte (circa 2-3 mm), può arrecare danni significativi alle piante erbacee e ad alcune colture, soprattutto per il tipo di alimentazione fogliare che lascia evidenti segni di scheletrizzazione. Negli ultimi…


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Introduzione

Dicladispa testacea (Linnaeus, 1767) è un piccolo coleottero appartenente alla famiglia Chrysomelidae, sottofamiglia Hispinae. Nonostante le sue dimensioni ridotte (circa 2-3 mm), può arrecare danni significativi alle piante erbacee e ad alcune colture, soprattutto per il tipo di alimentazione fogliare che lascia evidenti segni di scheletrizzazione.

Negli ultimi anni, l’attenzione verso questa specie è aumentata in tutta Europa, dove viene segnalata in habitat naturali, margini di campo, prati, aree agricole e persino in ambienti urbani.


Morfologia

  • Adulto: lungo circa 2,5–3 mm, corpo appiattito e allungato, color bruno-rossastro uniforme (da cui il nome testacea). È ricoperto da piccoli peli e le elitre mostrano striature longitudinali.
  • Larva: appiattita, di colore giallastro, vive all’interno delle foglie scavando mine.
  • Uovo: deposto singolarmente sulla pagina superiore della foglia.

Ciclo biologico

Il ciclo vitale di Dicladispa testacea è strettamente legato alla stagione calda:

  1. Uova deposte in primavera-estate, sulla superficie delle foglie.
  2. Larve minatrici, si nutrono del mesofillo fogliare.
  3. Pupazione interna alla foglia o nel suolo.
  4. Adulto attivo da maggio a settembre.

In Italia si osservano generalmente una o due generazioni l’anno, a seconda del clima.


Piante ospiti

Dicladispa testacea è polifaga, ma mostra una chiara preferenza per le graminacee e alcune specie spontanee e coltivate, tra cui:

  • Orzo, avena e grano
  • Canne (Arundo donax)
  • Piante erbacee dei margini stradali
  • Bambù (in casi isolati)
  • Miscugli per inerbimento

Spesso colonizza anche aree di prato non gestito o siepi ai margini di coltivazioni cerealicole.


Sintomi e danni

I danni sono principalmente causati sia dalla larva, che mina le foglie, sia dall’adulto, che raschia la superficie fogliare:

  • Scheletrizzazione delle foglie
  • Chiazze clorotiche che evolvono in necrosi
  • Riduzione della fotosintesi
  • Estetica degradata nelle piante ornamentali
  • Rischio di perdita fogliare prematura in attacchi intensi

Diffusione

Attualmente è segnalato in gran parte dell’Europa centro-meridionale, inclusa l’Italia (soprattutto nord e centro), Francia, Spagna, Grecia e nei Balcani. Presente anche in Nord Africa e in Asia occidentale.

È una specie che si adatta bene ai climi caldi e secchi, ma sopravvive anche in aree collinari e prealpine.


Monitoraggio

Per il monitoraggio si consiglia:

  • Ispezioni visive delle foglie, cercando segni di raschiamento o mine.
  • Campionamento fogliare casuale in aree sensibili (giardini, margini agricoli).
  • Trappole adesive non efficaci: è un coleottero poco mobile in volo.

Controllo e gestione

Difesa agronomica

  • Sfalci regolari delle aree erbose infestabili.
  • Rimozione manuale delle foglie danneggiate.
  • Rotazioni colturali nei campi sperimentali.
  • Evitare l’uso eccessivo di azoto, che favorisce l’insediamento.

Difesa biologica

  • Studi recenti indicano che alcuni imenotteri parassitoidi (ad es. Tetrastichus spp.) attaccano le larve all’interno delle foglie.
  • Anche alcune formiche e ragni predano gli adulti.

Difesa chimica

  • In contesti agricoli, raramente giustificata.
  • In caso di forti infestazioni ornamentali: piretro naturale o olio di neem localizzato.
  • Attenzione a non colpire impollinatori presenti in fioritura.

Importanza ecologica

Sebbene possa arrecare danni, Dicladispa testacea ha anche un ruolo ecologico:

  • Contribuisce alla biodiversità degli insetti fogliatori.
  • È indicatore di habitat erbacei stabili.
  • Serve da alimento per numerosi predatori generalisti.

Pertanto, un approccio eccessivamente aggressivo potrebbe danneggiare l’equilibrio naturale.


Conclusioni

Dicladispa testacea è un piccolo coleottero che raramente causa danni gravi, ma che può diventare problematico in aree marginali poco gestite o in condizioni favorevoli. Un monitoraggio regolare, interventi agronomici mirati e la valorizzazione del controllo biologico sono le chiavi per una gestione sostenibile.


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