458SOCOM.ORG ENTOMOLOGIA A 360°

Popillia japonica: guida completa per riconoscere, prevenire e combattere il coleottero giapponese

🪲🪲🪲🪲🪲🪲 1. Identificazione della Popillia japonica La Popillia japonica, nota anche come coleottero giapponese, è un insetto originario dell’Asia orientale, ma oggi presente in molte aree dell’Europa e del Nord America. Gli adulti misurano tra i 10 e i 12 mm di lunghezza e sono facilmente riconoscibili per: Le larve,…


🪲🪲🪲🪲🪲🪲

1. Identificazione della Popillia japonica

La Popillia japonica, nota anche come coleottero giapponese, è un insetto originario dell’Asia orientale, ma oggi presente in molte aree dell’Europa e del Nord America. Gli adulti misurano tra i 10 e i 12 mm di lunghezza e sono facilmente riconoscibili per:

  • Colorazione metallica verde sul torace
  • Elytra (ali anteriori) bronzo-ramati
  • Cinque ciuffi bianchi di peli ai lati dell’addome
  • Due ciuffi bianchi sull’estremità posteriore dell’addome

Le larve, invece, sono dei tipici “vermi bianchi” ricurvi a C, con corpo bianco e testa brunastra, che vivono nel terreno.


2. Ciclo biologico e stagionalità

La Popillia japonica ha un ciclo di vita annuale nelle zone temperate, ma può durare due anni in climi più freddi.

  • Uova (estate): deposte nel terreno umido, specialmente in prati e giardini irrigati.
  • Larve (estate-autunno-inverno): si nutrono di radici, in particolare di graminacee, causando ingiallimenti e disseccamenti nei prati.
  • Pupe (primavera): la trasformazione in adulto avviene nel suolo.
  • Adulti (giugno-agosto): emergono per nutrirsi di foglie, fiori e frutti di oltre 300 specie vegetali.

3. Danni provocati

Danni diretti

Gli adulti si nutrono del tessuto fogliare lasciando una caratteristica “scheletratura”, ovvero solo le nervature principali della foglia. Attaccano anche fiori (soprattutto rose) e frutti maturi.

Danni indiretti

Le larve danneggiano le radici dei tappeti erbosi, causando il disseccamento del prato e facilitando il distacco del manto erboso come fosse un tappeto.


4. Piante ospiti più colpite

La Popillia japonica è un insetto polifago, ovvero si nutre di molte specie vegetali. Le più colpite includono:

  • Piante ornamentali: rose, tigli, ibischi, olmi, betulle
  • Piante da frutto: meli, peri, ciliegi, pesche
  • Ortaggi: mais, soia, pomodoro
  • Piante spontanee: molte specie di leguminose e graminacee

5. Monitoraggio: come rilevare la presenza

Per una gestione efficace, è fondamentale il monitoraggio precoce:

  • Trappole a feromoni: attirano gli adulti, ma devono essere posizionate lontano dalle piante da proteggere per evitare l’effetto contrario.
  • Controllo visivo: osservare foglie scheletrate o la presenza diretta degli adulti.
  • Scavi nel terreno: per rilevare la presenza di larve nel prato.

6. Metodi di difesa biologica

Insetti utili

  • Nematodi entomopatogeni (es. Heterorhabditis bacteriophora): efficaci contro le larve nel terreno.
  • Bacillus thuringiensis galleriae: batterio che colpisce le larve, disponibile in formulazioni commerciali.

Uccelli insettivori e piccoli mammiferi

Alcune specie (merli, storni, talpe) si nutrono delle larve, ma spesso il danno al prato è maggiore del beneficio.


7. Metodi di difesa agronomica

  • Mantenere il prato in buona salute, evitando eccessi d’irrigazione nei mesi estivi.
  • Arieggiatura e rullatura del suolo: disturbano le larve.
  • Semina di essenze meno gradite: festuca arundinacea e loietto sono più resistenti.

8. Metodi di difesa chimica

L’uso di insetticidi deve sempre rispettare le normative locali. I principi attivi più usati includono:

  • Acetamiprid (solo in adulti): sistemico, ma con impatto su impollinatori.
  • Clorpirifos (oggi vietato in UE): era efficace ma è stato bandito per la sua tossicità.
  • Piretroidi (es. cipermetrina): ad azione di contatto, ma poco selettivi.

⚠️ L’utilizzo di sostanze chimiche deve essere considerato ultima risorsa e sempre secondo le indicazioni etichettate.


9. Strategie integrate (IPM)

Il controllo della Popillia japonica deve avvenire attraverso una gestione integrata, che combina:

  • Prevenzione agronomica
  • Monitoraggio continuo
  • Uso mirato di trappole e nematodi
  • Interventi chimici solo se necessario

Questa strategia riduce i danni senza compromettere l’ecosistema locale.


10. Normativa e contenimento

In molte regioni italiane, la Popillia japonica è soggetta a piani di contenimento ufficiali, soprattutto nelle zone di nuova introduzione. È vietato spostare materiale vegetale, terreno o compost da aree infestate a zone indenni.

I cittadini e i manutentori del verde possono contribuire segnalando la presenza di adulti ai servizi fitosanitari regionali.


11. Conclusione: convivenza o eradicazione?

La Popillia japonica è un insetto invasivo e difficile da eradicare. Tuttavia, con buone pratiche agronomiche, tecniche biologiche e monitoraggi attenti, è possibile ridurre drasticamente i danni. L’obiettivo realistico non è la completa eliminazione, ma il contenimento del numero di individui sotto la soglia di danno economico ed estetico.


+

Rispondi

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.