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🐝 Anthidium oblongatum: l’ape lanigera dei muri a secco

🫣 Introduzione Nel vasto panorama delle api solitarie, Anthidium oblongatum occupa un posto speciale per le sue abitudini di nidificazione e il comportamento territoriale dei maschi. Questa piccola ape lanigera, appartenente alla famiglia Megachilidae, è diffusa in gran parte dell’Europa e si distingue per l’adattabilitĂ  a habitat caldi, secchi e…


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🐝🐝

Introduzione

Nel vasto panorama delle api solitarie, Anthidium oblongatum occupa un posto speciale per le sue abitudini di nidificazione e il comportamento territoriale dei maschi. Questa piccola ape lanigera, appartenente alla famiglia Megachilidae, è diffusa in gran parte dell’Europa e si distingue per l’adattabilità a habitat caldi, secchi e rocciosi, con una particolare preferenza per muretti a secco, pareti in pietra, e fessure artificiali.

A differenza dell’ape mellifera, A. oblongatum non vive in colonie né produce miele in quantità rilevanti. Tuttavia, il suo contributo come impollinatrice è fondamentale per molte specie vegetali spontanee, aromatiche e ornamentali. In questo articolo esploreremo in profondità morfologia, biologia, comportamento e importanza ecologica di questa specie.


Morfologia e riconoscimento

Anthidium oblongatum è un’ape di piccole dimensioni, lunga circa 7–11 mm. Il corpo è robusto e compatto, con bande giallo-aranciate sul torace e sull’addome che contrastano con il nero lucido del resto del corpo. Le femmine hanno una struttura più tozza, mentre i maschi sono generalmente più slanciati, con addome allungato e caratteristici aculei apicali.

Una delle caratteristiche piÚ evidenti è la presenza di bande gialle quasi continue lungo i segmenti addominali. Le zampe sono nere con peli piÚ chiari, utili per raccogliere il polline. Le ali sono trasparenti, con nervature marcate e sfumature ambrate.

Il volo è rapido, nervoso e rumoroso: spesso si sente prima di vedere l’insetto. I maschi, come in altre specie di Anthidium, sono molto territoriali e si lanciano in attacchi fulminei contro altri impollinatori che invadono la loro area di fioritura.


Habitat e distribuzione

Questa specie predilige ambienti caldi e soleggiati, tipici delle zone collinari, mediterranee e submontane. Si trova spesso in:

  • Muretti a secco e crepe nei muri
  • Rocce esposte e pareti sassose
  • Giardini, orti e bordure erbacee
  • Vasi da fiori, anfratti di edifici, mattoni forati

La distribuzione geografica di A. oblongatum comprende buona parte dell’Europa centrale e meridionale, estendendosi fino al Caucaso. In Italia è diffusa in molte regioni, dal Nord fino al Sud, specialmente nelle aree rurali e nei centri storici con presenza di strutture in pietra.


Nidificazione: lana vegetale e cavitĂ 

La femmina non scava da sola il proprio nido, ma utilizza cavitĂ  preesistenti: fori nei muri, fessure tra pietre, vecchie gallerie di altri insetti, o anche cavitĂ  nei mattoni. Una volta individuata la cavitĂ  adatta, la tappezza con lana vegetale, ovvero peli raccolti da foglie di piante lanose (es. Ballota, Stachys, Salvia).

Ogni nido è composto da diverse celle separate, ognuna con:

  • un rivestimento interno di peli vegetali,
  • una riserva di polline e nettare,
  • un singolo uovo.

Le celle sono sigillate una dopo l’altra, e l’ingresso finale viene chiuso con una tappatura più spessa. In alcune condizioni, la femmina può nidificare anche nei cosiddetti “hotel per insetti”.


Ciclo biologico

Il ciclo di vita è univoltino: si completa in un anno. Dopo la deposizione delle uova (estate), la larva si sviluppa e consuma la riserva alimentare nella cella. Entra poi in diapausa come pupa o giovane adulto, superando l’inverno nel nido. L’emergenza avviene la primavera successiva.

Tempi indicativi:

  • Giugno-luglio: periodo di volo degli adulti
  • Luglio-agosto: nidificazione attiva
  • Inverno: fase pupale in diapausa
  • Maggio-giugno successivo: emergenza

In climi favorevoli o a latitudini piÚ basse, può verificarsi una seconda generazione parziale, ma è raro.


Il maschio: il guardiano dei fiori

Il maschio di A. oblongatum ha un comportamento difensivo molto marcato. Non partecipa alla costruzione del nido, ma si occupa del presidio dei fiori preferiti dalla specie.

La sua strategia è semplice: pattuglia instancabilmente una zona ricca di fioriture, soprattutto di piante aromatiche (come lavanda, salvia e timo), e attacca qualsiasi insetto che si avvicina, incluse api mellifere e bombi. L’obiettivo? Garantirsi l’accesso esclusivo alle femmine che visiteranno quei fiori.

Questo comportamento aggressivo può sembrare eccessivo, ma è una strategia evolutiva efficace che massimizza le probabilità di accoppiamento.


Relazioni con le piante

Anthidium oblongatum è un’ape generalista, ma ha una chiara preferenza per le Lamiaceae, tra cui:

  • Lavandula spp.
  • Stachys spp.
  • Ballota nigra
  • Salvia officinalis
  • Origanum vulgare

Queste piante non solo offrono nettare e polline in abbondanza, ma forniscono anche il materiale per costruire i nidi. La sinergia tra questa ape e la vegetazione mediterranea è un esempio perfetto di coevoluzione.

Chi desidera favorire A. oblongatum nel proprio giardino può coltivare piante lanose e aromatiche, offrendo rifugi naturali e riducendo l’uso di pesticidi.


Interazioni ecologiche e parassiti

Come molte altre api solitarie, A. oblongatum è vittima di cleptoparassiti, in particolare alcune specie del genere Stelis, che depongono le uova nei nidi altrui. Le larve parassite si nutrono delle riserve di polline, a scapito delle larve legittime.

Altri rischi includono:

  • predazione da parte di vespe parassitoidi,
  • distruzione accidentale dei nidi da parte dell’uomo,
  • esposizione a insetticidi sistemici o erbicidi,
  • competizione con specie alloctone come Anthidium manicatum.

Conservazione e importanza per l’uomo

Sebbene non sia classificata come specie minacciata, Anthidium oblongatum è un indicatore ecologico prezioso. La sua presenza segnala ambienti ancora ricchi di biodiversità e non completamente antropizzati.

Per chi si occupa di verde urbano, agricoltura biologica o gestione del paesaggio, favorire la presenza di api solitarie come questa significa investire sulla resilienza ecologica e sull’impollinazione naturale, gratuita e sostenibile.

Installare nidi artificiali, seminare bordure fiorite e ridurre l’uso di fitofarmaci sono pratiche semplici ma efficaci per sostenere popolazioni locali di A. oblongatum.


Conclusione

Anthidium oblongatum è una specie che merita maggiore attenzione, sia dal punto di vista scientifico che in termini di conservazione pratica. La sua capacità di vivere accanto all’uomo, di impollinare silenziosamente decine di specie vegetali e di costruire nidi con arte e precisione ne fanno una delle protagoniste nascoste del paesaggio mediterraneo.

Comprenderla, proteggerla e valorizzarla è un gesto semplice ma potente per sostenere la biodiversità nei nostri giardini, nei parchi e nelle campagne.


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