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🌟 Introduzione: il piccolo sole dorato delle Dolomiti

😶‍🌫️😶‍🌫️😶‍🌫️😶‍🌫️ Tra le meraviglie viventi che popolano le cime e i pascoli delle Dolomiti, spicca un autentico gioiello: lo scarabeo dorato, noto anche come Cetonia aurata. Con la sua livrea metallica e cangiante, questo insetto sembra scolpito nel metallo prezioso. Ma oltre alla bellezza, custodisce un ruolo essenziale negli equilibri…


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Tra le meraviglie viventi che popolano le cime e i pascoli delle Dolomiti, spicca un autentico gioiello: lo scarabeo dorato, noto anche come Cetonia aurata. Con la sua livrea metallica e cangiante, questo insetto sembra scolpito nel metallo prezioso. Ma oltre alla bellezza, custodisce un ruolo essenziale negli equilibri della natura alpina. In questo articolo esploreremo il suo mondo affascinante, dal ciclo vitale agli habitat, passando per curiosità, comportamenti e relazioni con l’ambiente e l’uomo.


Aspetto e colori: una creatura fatta di luce

Lo scarabeo dorato ha una forma ovale, schiacciata e compatta, lunga circa 15–20 millimetri. La sua caratteristica più appariscente è il colore: un verde brillante con riflessi che spaziano dal bronzo al rame, dal blu al viola, a seconda dell’angolazione della luce. Questa iridescenza è prodotta da microscopiche strutture sul corpo che rifrangono la luce, creando un effetto ottico che lo fa sembrare in continuo mutamento. Una meraviglia che affascina appassionati, escursionisti e fotografi.


Dove vive: prati, boschi e giardini montani

Lo si può incontrare nei prati fioriti, ai margini dei boschi, nei pascoli alpini e nei giardini delle vallate dolomitiche, soprattutto tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate. Ama gli ambienti aperti, ben soleggiati e ricchi di vegetazione spontanea. È più frequente tra i 500 e i 1 800 metri di quota, ma in alcune zone può spingersi anche più in alto. La sua presenza è spesso indice di un ambiente sano e ben conservato.


Alimentazione: tra nettare e decomposizione

Lo scarabeo dorato adulto si nutre principalmente di nettare, polline e frutta matura. Lo si vede spesso sui fiori, mentre succhia il nettare con il suo apparato boccale masticatore adattato alla sua dieta zuccherina. Apprezza molto le rose, le more, le fragole e i fiori selvatici di montagna. Le larve, invece, svolgono un ruolo fondamentale nella decomposizione della materia organica, nutrendosi di legno marcio, foglie morte e residui vegetali, contribuendo così al ciclo della sostanza organica nel suolo.


Ciclo vitale: una metamorfosi nascosta

🥚 Le uova

La femmina depone le uova nella lettiera del bosco, tra il legno in decomposizione o nel terreno ricco di humus. Ogni esemplare può deporne diverse decine durante la sua breve vita adulta.

🪱 Larve

Le larve sono grosse, bianche e ricurve a “C”, simili a quelle di altri coleotteri. Vivono nel suolo o nei tronchi marcescenti, dove si nutrono per diversi mesi, anche più di un anno, aiutando a smaltire il materiale vegetale morto. Non si muovono molto: scavano piccole gallerie nel substrato e crescono lentamente, trasformando rifiuti naturali in suolo fertile.

🦋 Pupa e adulto

Dopo la fase larvale, si impupano in una celletta fatta di terra e detriti vegetali. Lo stadio pupale dura alcune settimane, dopodiché emerge l’adulto, pronto a iniziare la sua breve ma intensa stagione tra i fiori. In genere, gli adulti volano tra maggio e luglio, per poi concludere il ciclo nel giro di poche settimane.


Volo e comportamento: ronzio elegante

Una delle caratteristiche più curiose dello scarabeo dorato è il suo modo di volare: apre solo le ali secondarie, lasciando chiuse le elitre (le ali anteriori rigide). Questo crea un volo veloce, stabile, accompagnato da un ronzio basso e vibrante. Spesso ci si accorge della sua presenza proprio grazie a questo suono, simile a una “cantilena” che si avvicina tra i fiori.

Se disturbato, può fingere di essere morto, rimanendo immobile con le zampe ritratte, oppure può emettere una secrezione dal sapore sgradevole per scoraggiare i predatori.


Rapporti con l’uomo: da gioco infantile a simbolo ecologico

In passato, i bambini delle vallate alpine lo catturavano per gioco, legandolo a un filo sottile per farlo volare come un piccolo aquilone vivente. Oggi, lo scarabeo dorato è considerato un insetto utile e affascinante, spesso protagonista di fotografie naturalistiche e attività di educazione ambientale. È un ottimo bioindicatore: la sua presenza segnala un ecosistema ricco, equilibrato e non contaminato da pesticidi o eccessiva urbanizzazione.


Minacce: fragile come l’habitat che lo ospita

Nonostante non sia una specie in pericolo, il suo habitat è soggetto a diverse minacce. Il disboscamento, l’uso eccessivo di diserbanti, la frammentazione del territorio e il turismo incontrollato possono ridurre drasticamente le sue possibilità di sopravvivenza. Anche la rimozione del legno morto dai boschi — spesso considerata una “pulizia” — priva le larve del materiale essenziale per nutrirsi e svilupparsi.

La conservazione degli ambienti naturali, con una gestione forestale più ecologica e rispettosa dei cicli naturali, è fondamentale per garantirgli un futuro.


Curiosità: più che dorato

Nonostante venga chiamato “dorato”, il colore di questo scarabeo varia moltissimo. Alcuni esemplari possono presentare riflessi rossastri, blu o addirittura violacei, a seconda della luce e della composizione del suolo in cui si sono sviluppati. Alcuni individui hanno anche macchie bianche sulle elitre: non si tratta di malattie, ma di variazioni naturali.

Inoltre, la sua struttura riflettente non ha solo scopo estetico: serve anche a riflettere la luce solare, evitando il surriscaldamento durante l’esposizione diretta al sole di montagna.


Uno scarabeo simbolo delle Dolomiti

Lo scarabeo dorato è uno di quegli animali che raccontano molto più di quanto sembri. Dietro al suo splendore si nasconde un equilibrio delicato, fatto di cicli stagionali, decomposizione, impollinazione e biodiversità. È un piccolo ambasciatore della salute ecologica delle Dolomiti. Proteggerlo non significa soltanto salvaguardare un insetto bello da vedere, ma anche difendere l’intero ecosistema che lo ospita.


Conclusione: uno sguardo gentile alla natura

La prossima volta che cammini in un bosco o in un prato d’alta quota e scorgi tra i fiori un bagliore verde-metallico, fermati un attimo. Osserva in silenzio quel piccolo sole vivente. Non è solo uno scarabeo: è una storia che brilla, un frammento di natura pura che ti invita a guardare il mondo con più attenzione, più rispetto e più meraviglia.


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